UNIRE ANZICHE' SEPARARE

Abbiamo la tendenza a separare; separare il bello dal brutto, il buono dal cattivo, la luce dal buio eccetera. Lo stesso atteggiamento è presente anche nel campo della salute, separiamo il corpo dalla mente e dalle emozioni come fossero sfere distinte che non interagiscono tra di loro.
Raramente ci accorgiamo di quale emozione proviamo quando ci ammaliamo, raramente ci accorgiamo ad esempio che un sintomo compare pochi minuti dopo aver sentito una forte paura o una forte rabbia. Questa mancanza di attenzione a ciò che accade e a ciò che sentiamo toglie la possibilità di comprendere cosa è accaduto.  
L’aspetto psichico va a braccetto con il nostro cervello e i nostri organi, in sostanza quando accade qualcosa si verifica un movimento contemporaneo su tutti questi piani.
Il modo in cui accadono le cose, dove accumuliamo il grasso, dove abbiamo rigidità e dolore,  ma anche gli infortuni, le zone del corpo più colpite; la ragione per la quale compare una cervicalgia o si infiamma il nervo sciatico, perché abbiamo la gastrite ecc. Nulla è casuale.
E’ da questa prospettiva che ha inizio l’intervento di aiuto. Un aiuto che comprende la perfezione del corpo e la rispetta, un aiuto in sintonia con esso, che va nella direzione dell’ unione piuttosto che della separazione, che ci mette in contatto con noi stessi.
Questa è la ragione per cui lo sciogliersi dei disagi è contemporaneo ad un miglioramento dello stato di umore, le persone si sentono meglio, più rilassate e serene e parallelamente i problemi fisici se ne sono andati.

IL CORPO, UN'UNITA' INDIVISIBILE

Per qualche ragione troviamo difficile comprendere l’unità del nostro corpo, tendiamo a separare l’aspetto fisico da quello emotivo, come se fossimo sconnessi, composti da diversi pezzi. 

Pensiamo che tutto ciò che riguarda la biologia molecolare sia differente dai nostri sentimenti, pensieri ed emozioni. 

Questa idea è molto limitante, anche e soprattutto da un punto di vista terapeutico.

Molti approcci infatti tendono ad occuparsi del corpo in modo meccanico e non danno peso alle emozioni se non marginalmente.

Ogni volta che facciamo un’esperienza,il nostro corpo la elabora in modo sincronico su diversi piani. Questo significa che manteniamo un ricordo sia nel corpo che emotivamente 

Quando sentiamo dolore, non sta male solo la parte dolorante ma tutto l’intero, questo accade grazie ad un collegamento neuro elettrico che mette in comunicazione tutto il corpo.

La parte del corpo che avverte dolore manda tutta una serie di informazioni al cervello e il tipo di emozione che proviamo in quel momento (rabbia, tristezza, paura), determinerà la nostra memoria dell’evento.

Qualsiasi tipo di trauma quindi, genera un effetto sia sul corpo che sulle emozioni, per questa ragione è necessario tener conto di tutti gli aspetti nell’approccio alla cura.

Questo è il punto di partenza della Naturopatia. Quando una persona ha un disagio esso va compreso e risolto da tutti i punti di vista. 

E’ possibile infatti risalire all’evento che ha scatenato il sintomo, all’emozione e al disagio, in questo modo è più semplice capire quale metodo sia più appropriato per la sua soluzione. 

Quando un problema viene risolto la persona si sente meglio sia fisicamente che emotivamente e non di rado dopo la prima seduta vi è un miglioramento immediato del tono dell’umore. Le emozioni hanno un grandissimo effetto sulla nostra salute, tenerne conto è spesso determinante per il successo della terapia.


Ricerca di te stesso

Ognuno di noi è alla ricerca di qualcosa, è una spinta che ci porta a cercare, la avvertiamo come una mancanza, la sensazione di aver perso un pezzo. 

Così ognuno adotta le proprie strategie, i propri modi per giungere ad una soluzione.

Alcuni dopo diverse delusioni e frustrazioni decidono di interrompere la ricerca e si limitano ad andare avanti per inerzia, senza impegnarsi realmente in nulla, altri continuano a fare tentativi cercando di trovare ciò che stanno cercando anche se di preciso non sanno cosa sia.

Per quanto tutti gli uomini siano alla ricerca fin dalla notte dei tempi, non ci è dato sapere, non abbiamo una risposta univoca che ci dia la soluzione. Una cosa è certa, esiste un sentire, comune a tutti gli esseri umani che aiuta in questo. 

Questo movimento interiore comunica con noi in modo analogico, attraverso i sogni, le sensazioni, le emozioni, è un movimento delicato, come una leggera brezza che sfiora la pelle, la puoi sentire solo se sei connesso con te stesso, solo se hai l’abitudine a frequentarti.

Tutto ciò che stordisce come droga, alcol, caos, non serve, sono specchietti per le allodole costruiti appositamente per distrarre, per portare l’attenzione altrove. 

Ognuno di noi ha la necessità di nutrire la propria anima, di farla crescere, di prendersi cura.

Spesso quando parliamo di vivere il momento presente confondiamo il godimento ad ogni costo con la gioia. 

La nostra mente razionale, il nostro ego hanno paura di questo movimento delicato dell’anima, perché esso è molto potente e minaccia il loro potere. 

Viviamo in una società dove prevale il pensiero di dover godere a tutti i costi, questo porta a eccessi che sfociano in comportamenti che sfiorano la follia, perché la mente ha bisogno di quantità di energia sempre maggiore, di stimoli sempre più forti.

Siamo proiettati verso il futuro con ritmi super accelerati, non troviamo gioia e quiete in questo, ma piuttosto ci troviamo a dover fare i conti con disagi sempre più importanti, fino ad arrivare a dover assumere farmaci anche per dormire e trovare un po’ di pace.

ASSIEME TROVIAMO LA VIA PER STARE MEGLIO

Una delle caratteristiche dell’approccio terapeutico è la collaborazione, molti sono abituati ad andare da un terapeuta, di qualsiasi genere esso sia, e aspettarsi che gli vengano risolti i problemi. C’è la convinzione che si possa pagare qualcuno per risolverci i disagi.

Il mio modo al contrario prevede una collaborazione tra cliente e  terapista, assieme si osservano i disagi, si cerca di comprendere per quale motivo sono comparsi e soprattutto si trova una strada per giungere ad una soluzione che sia definitiva.

Molti mi contattano chiedendomi il numero di sedute necessarie per risolvere un problema,  la mia risposta è sempre la stessa: “iniziamo con una seduta, poi assieme decidiamo se e come andare avanti”.

Ognuno di noi è unico e irripetibile, abbiamo caratteristiche fisiche, emotive, comportamentali , ma anche economiche  e sociali uniche.  Stiamo attraversando un periodo storico in cui i disagi economici sono molto diffusi, questo è un aspetto importante e va assolutamente considerato nella proposta terapeutica, tutto deve essere valutato per fare in modo che il recupero sia il più sereno e confortevole possibile. Occorre modellare l’intervento sul cliente, proprio  come un abito confezionato su misura. Questo approccio è molto efficace perché la persona si sente al sicuro, conosce e verifica ogni volta le tappe e i progressi fatti e da sola si accorge quando non è più necessario il supporto del terapeuta, sia che si tratti di sintomi fisici  che emotivi.

L’aspetto del confort è determinante, non a caso la parola ‘paziente’ (la persona che si rivolge al terapeuta) significa calmo, sereno, tranquillo. Ho avuto modo di osservare che in condizioni di calma e rilassamento la velocità di recupero si riduce notevolmente.

 

Il lavoro svolto assieme e in collaborazione aiuta anche a comprendere il funzionamento del nostro corpo, e ognuno ha modo di verificarlo su di se, questo ci da la possibilità di togliere quella paura della malattia che molti hanno.


LA RELAZIONE 

Un teatro dei problemi irrisolti

 

Purtroppo ci troviamo sempre più spesso ad osservare come le relazioni siano un contenitore dove regna l’infelicità, la difficoltà, la tristezza, la rabbia. Questa condizione è dovuta dal fatto che ogni persona butta dentro il rapporto i suoi problemi irrisolti, i suoi dolori, le sue angosce che hanno origine quasi sempre in quelli che vengono definiti i movimenti interrotti verso la mamma o verso il papà. Questo tipo di traumi si sono verificati spesso nei primi anni di vita. Il bambino si sente solo, o non curato, non visto, non voluto, non amato ecc. Ciò causa un forte dolore e una forte frustrazione che tende a trasformarsi in rabbia, tristezza e paura.

Quando noi adulti conosciamo una persona inconsciamente stiamo già dicendo a lui o a lei: “tu sei meglio del mio papà o della mia mamma, tu mi accudirai e mi amerai di più”.

Investiamo il partner di un ruolo genitoriale che non gli compete. Questo meccanismo fa si che nel primo periodo (innamoramento), la relazione abbia un picco di successo; molta passione, molta comprensione, molto amore, un forte senso di appagamento per entrambi i partner che si illudono di poter ottenere dall’altro ciò che non hanno avuto dai propri genitori.

Con il passare del tempo la relazione viene sempre più caricata di aspettative e pretese reciproche, proprio come farebbe un bambino che continua a chiedere sempre più ai propri genitori.

Questa situazione non può durare ed è destinata ad esplodere perché non è l’incontro tra due persone adulte, ma tra due bambini affamati di una fame che pare non avere fine.

Ad un tratto uno o entrambi si accorgono che non riescono a dare al partner tutto ciò di cui ha bisogno, questo è il momento in cui iniziano i primi dissapori, le prime liti, le prime accuse; la rabbia e la tristezza che ognuno ha nei confronti dei propri genitori riaffiora a galla più forte che mai.

Il messaggio profondo è: “pensavo fossi un padre/una madre migliore di quella che ho avuto, invece sei una delusione proprio come loro”.

Un  disagio profondo  che può portare a differenti scelte, a volte la persona decide di cambiare partner per concedersi finalmente una nuova relazione che, almeno nel principio, possa dare di nuovo quella sensazione di essere amati di un amore totale e incondizionato. Ben presto però emergerà lo stesso meccanismo di dolore che tende a creare un circolo vizioso atto a ripetere.

Atri restano molto delusi dall’ennesima ferita e per non soffrire più decidono di rimanere single cercando di  non coinvolgersi nelle relazioni lasciandole ad un livello superficiale senza però trovare mai quel senso di completezza, appagamento e crescita di una relazione di successo.

Un'altra possibilità conduce verso una ricerca personale  delle cause e soprattutto verso la comprensione che i nostri genitori sono insostituibili, sono quelli giusti per noi e nessun altro potrà darci ciò che ci è mancato. Poter comprendere questo e soprattutto poter completare i movimenti interrotti verso i nostri genitori, libera le prossime persone dalla pesante incombenza di doverli rappresentare all’interno del rapporto.

 

Quando entrambi i partner riescono in questo, allora la relazione è pronta per fare un salto di qualità, essendo cresciute le persone di conseguenza cresce anche la relazione divenendo più adulta, abbondante e felice.


 

LA RIFLESSOLOGIA PLANTARE: UN VALIDO STRUMENTO  PER COMBATTERE IL PROBLEMA DELLA CELLULITE.

 

 

L’inestetismo definito pannicolopatia-edemato-fibro-sclerotica e più comunemente chiamato cellulite è un’alterazione strutturale del tessuto connettivo. La cellulite si manifesta superficialmente con aspetto spugnoso della pelle (a buccia d’arancia), con rigonfiamenti più o meno evidenti, causati dall’aumento di volume delle cellule adipose.

Le cause della comparsa di cellulite sono dovute principalmente all’azione degli estrogeni (ormoni sessuali femminili), che favoriscono la ritenzione idrica e un accumulo di grassi nella parte inferiore del corpo (fianchi-cosce-glutei).

Diversi fattori ne accentuano la formazione come stili di vita sedentari, alimentazione povera di vegetali, l’abuso di alcool e tabacco.

Si possono individuare principalmente tre stadi evolutivi dell’infiammazione in base alla degenerazione del tessuto adiposo:

FASE EDEMATOSA: i liquidi ristagnano a livello tessutale e si possono avvertire solo al tatto.

FASE FIBROSA: il problema è più diffuso e interessa il tessuto adiposo producendo il rigonfiamento delle cellule dell’adipe creando lo spiacevole effetto “buccia d’arancia”.

FASE SCLEROTICA: è lo stadio finale di un processo degenerativo dei tessuti adiposi, i noduli sono induriti e dolenti, la pelle presenta evidenti rigonfiamenti e avvallamenti.

Si è dimostrato che abbinando la riflessologia plantare ad un massaggio specifico localizzato nelle aree interessate si può ottenere una considerevole riduzione del problema fino a snellire gambe e glutei di molti centimetri.


 

 

 

 

SINUSITE

 

 

La sinusite è un’infiammazione causata da un’infezione delle mucose che rivestono i seni paranasali. Questa infezione di solito compare dopo un raffreddore o dopo un attacco allergico.

In caso di infiammazione le mucose tendono ad aumentare di il proprio volume causando un’ostruzione del muco che ristagna e diviene terreno fertile per i batteri, virus e funghi che possono provocare la sinusite.

I sintomi causati sono diversi, in generale constano di dolore e senso di pressione al volto o in altre zone a seconda del seno paranasale colpito. Altri sintomi possono essere cefalea, rinorrea con muco verde-giallastro,febbre, tosse grassa, mal di denti.

TRATTAMENTO

La sinusite viene trattata efficacemente attraverso lo strumento della Riflessologia Plantare, che agevola la decongestione dei seni frontali, integrata con alcune manovre di Tecnica Cranio Sacrale allo scopo di favorire la fuoriuscita del muco ristagnante, causa dell’infiammazione.

Già dopo poche sedute si nota un miglioramento della situazione.


La cervicale è un dolore che parte dal collo e si irradia alle spalle, alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti a causa di una crescente rigidità.Questa problematica è causata per la maggior parte dei casi da un alterazione meccanica situata nella zona delle prime vertebre cervicali (C1,C2). Questa zona interessa i muscoli, i legamenti e le vertebre che permettono il movimento e il sostegno, del collo e del capo. Le cause di questo disagio possono essere diverse, come un trauma oppure una postura non corretta.

Anche la rigidità muscolare dovuta a stress influisce negativamente sulla mobilità della colonna vertebrale perché è causa di microtraumi che nel tempo provocano dolore e disagio.

I movimenti del collo di flesso-estensione, tendono a sovraccaricare la zona cervicale bassa (anelli C5-C6), per cui il dolore si manifesta alle spalle; mentre una postura errata prolungata sovraccarica la zona cervicale alta (anelli C1-C2) provocando più facilmente mal di testa. Naturalmente ognuno di noi ha una reazione individuale che va valutata personalmente.

 

Trattamento:

Questo tipo di disturbo viene trattato con la riflessologia plantare associata alla tecnica cranio sacrale ed ad alcune post-tecniche di osteopatia che aiutano attraverso manovre dolci ad ammorbidire la muscolatura e la colonna vertebrale e permettono così di tornare rapidamente ad uno stato di benessere.

 


 

 

 CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA TECNICA CRANIO-SACRALE

 

La Tecnica Cranio-Sacrale (CST) è una terapia non invasiva che si avvale del tocco manuale e si inserisce nel contesto riabilitativo, utilizzando modalità di palpazione e di mobilizzazione a livello fasciale rappresenta un approccio innovativo sia per quanto riguarda "l'ascolto" del corpo, sia per la peculiarità del tocco manuale.

Questa metodica ha in questi anni interessato un numero sempre maggiore di operatori sanitari (medici, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, psicoterapeuti, ecc.) che si occupano di riabilitazione, posturologia, terapia del dolore. Resta inteso che il campo d'applicazione della tecnica cranio-sacrale si estende a tutto il lavoro riabilitativo-terapeutico proposto dall'operatore sanitario perché privilegia l'aspetto di approccio terapista/paziente - operatore/utente.

Nel trattamento CST del sistema fasciale corporeo, si utilizza l'analisi delle alterazioni tissutali che viene eseguita attraverso una meticolosa ricerca delle tensioni anomale del sistema fasciale, per poi applicare le tecniche che aiutano a percepire i minimi movimenti biologici e a riconoscere tensioni e alterazioni fasciali determinate da eventi patologici e traumatici.

Il trattamento del sistema fasciale corporeo della CST viene utilizzato dal terapista sia nella rieducazione posturale che nella riacquisizione della motricità. Dall'analisi delle alterazioni tissutali, si arriva poi ad applicare le tecniche che aiutano il processo riabilitativo del paziente.

Il modo in cui gestiamo le nostre emozioni può influire notevolmente sul nostro benessere fisico. Questo approccio ha reso unico nel mondo il lavoro del Dott. Upledger, spesso imitato ma mai eguagliato nella sua unicità.

Il Dott. Upledger si è basato sul presupposto che gli aspetti emotivi possono essere affrontati più efficacemente nell'ambito di sessioni di lavoro sull'intero corpo ("corpo" fisico ed emotivo) anziché gestiti separatamente tra loro. Questa esperienza ha condotto al suo lavoro pionieristico sulla "liberazione" dell'aspetto somato-emotivo da lui chiamato: Rilascio Somato-Emozionale® - SER - Somato emotional Release - che è la naturale evoluzione della Terapia e Tecnica Cranio-Sacrale ed aiuta a risolvere molti problemi e disfunzioni difficili da trattare.

Il Rilascio Somato-Emozionale (SER) è un processo che aiuta ad individuare e rilasciare la componente emotiva correlata agli effetti residui di un trauma pregresso ed alla sintomatologia ad esso associata.

Il SER si basa sulle tecniche di palpazione diretta e non invasiva, di ascolto e di percezione del ritmo cranio sacrale e del movimento faciale, nell’interazione con il paziente in una situazione di accoglienza e senza intermediazione di mezzi estranei.

 

 Applicazioni

 

 Mal di testa

Colpo di frusta

Occlusioni nasali e frontali

Dolori cervicali

Mal funzionamento della tiroide

Problemi respiratori

Dolori/bruciori allo stomaco

Intolleranze alimentari

Ritenzione idrica

Dolori lombari

Protrusioni discali

Meteorismo

Incontinenza

Stanchezza

Problematiche specifiche dell'anca/ginocchio/piede

 

www.istitutoupledgeritalia.it


 

OLIGOTERAPIA

 

Il corpo umano contiene diversi minerali. Alcuni, come il Calcio, partecipano alla struttura stessa degli organi e dei tessuti, perciò si trovano in quantità importanti nel nostro organismo. Altri, come il Manganese, il Rame, lo Zinco, etc., sono presenti in quantità minime, quantità che un tempo erano considerate né più né meno che delle impurità. Questa è la ragione per la quale questi minerali sono stati chiamati oligoelementi, dal greco "oligos", che significa poco abbondante.

Jacques Ménétrier portando avanti le scoperte fatte da Gabriel Bertrand scoprì che questi elementi, somministrati sotto forma fisico-chimica adeguata, permettono, grazie ad un riequilibrio degli scambi, di migliorare il funzionamento del nostro organismo, sia sul piano fisico che psichico.

Le irregolarità degli scambi biochimici nel corpo rappresentano la base delle cosiddette malattie funzionali, il primo stadio della malattia, prima che l'alterazione conduca alle lesioni organiche.

L'utilizzo degli oligoelementi permette il riequilibrio degli scambi organici e quindi il recupero della piena funzionalità dell'organismo.

L'oligoterapia si basa su un principio semplice: parecchi corpi solubili ed insolubili hanno la proprietà d'esercitare su altri corpi un'azione molto differente dall'affinità chimica. Essi agiscono producendo, in questi corpi, una decomposizione dei loro elementi ai quali essi restano estranei, una forza comune alla materia organica ed inorganica. La ricomposizione di corpi tramite questa forza è detta forza catalitca e catalisi l'attività che ne deriva. 

La forza catalitica si esplica sia per il posto che occupa il metallo o metalloide fra gli elementi "di transizione" nelle classificazioni di Mendeleieff, sia per l'importanza ben conosciuta degli oligoelementi nel sistema enzimatico.

 

da "OLIGOGEMMOTERAPIA"

RIZA istituto di medicina psicosomatica


Marco Montanari Naturopata

Cesena

contatto: +39 347 084 5700

email: info@marcomontanarinaturopata.com